Autore: Marco Cappa Page 1 of 12

Il significato dell’antifascismo.

Oggi che è il 25 aprile mi è venuta in mente una domanda: ma perché lo festeggiamo? La vostra risposta sarà: “la liberazione!” Ma liberazione da cosa? 

C’è chi pensa, sbagliando a mio avviso, che il 25 aprile si festeggi la liberazione da un’idea politica, quella del fascismo, propria di un partito politico. Non sarebbe sbagliato pensarla in questo modo, se solo la nostra costituzione non dicesse a chiare lettere un paio di cosette. Io non vi parlo di tutta la carta costituzionale, che è composta da 139 articoli, ma della sua parte fondamentale, i primi 12. In particolar modo l’articolo 3 sancisce l’uguaglianza tra tutti i cittadini: nessuno è diverso di fronte alla legge; cosa innovativa dato che fino a quel momento c’era sempre stata una divisione non solo basata su caratteristiche personali ma in particolar modo sul censo e, negli ultimi vent’anni, in relazione all’idea politica. La nostra costituzione, che è antifascista, non lo è perché la XII disposizione transitoria vieta la riorganizzazione del PNF, ma perché nei suoi principi fondamentali sancisce il valore dell’uguaglianza. Una persona è fascista non perché ha determinate idee politiche, quelle sono solo il risultato di una modalità di vivere, di pensare. Il fascista è colui, o colei, che ha paura del diverso. Il fascista è chi non accetta un risultato positivo nel momento in cui le cose cambiano. Il fascista non vuole che la società cambi, perché ha una tremenda paura di ciò che potrebbe incontrare. Quindi il fascista odia, cioè si chiude in se stesso e lascia al di fuori tutto ciò che non gli va a genio. Questo è il fascismo, e ovviamente portato a un livello politico su scala nazionale non può far altro che portare a una tendenza autarchica. Chi oggi non festeggia il 25 aprile perché magari ha simpatie per una determinata area politica, non ha capito nulla. Quando noi diciamo che determinate persone sono fasciste, in particolar modo chi oggi è al governo, non è perché nel simbolo del suo partito ha una fiamma tricolore, ma perché non ha mai detto esplicitamente di amare ciò che è diverso da se stesso. Chi oggi siede a Palazzo Chigi, o alla presidenza della Camera o del Senato, non sa cosa vuol dire amare ciò che è diverso da se stessi. Mussolini odiava il diverso proprio come ora persone come Meloni o Salvini non riescono ad accettare qualcuno, o peggio qualcosa, come un’idea che può passare sulla televisione nazionale, che non sia fatto a immagine e somiglianza di loro stessi. Oggi dirsi antifascista vuol dire avere coraggio, e questo è molto triste. Chi alla caduta del fascismo ha lottato fino a dare la vita, lo ha fatto perché noi non dovessimo avere coraggio. Il fatto che oggi dirsi antifascista sia una presa di posizione politica, ideologica, è il sintomo di una società che sta cambiando in peggio. Un tempo dirsi antifascista non era solo la normalità ma sanciva uno stile di vita ben preciso, cioè quello, magari non di amare, ma di concepire che qualcosa diverso da se stessi potesse essere anche positivo. Oggi invece antifascista non lo è chi ama, ma purtroppo chi non vota a destra. Quindi ritengo che amare sia un esercizio di democrazia, perché se ami qualcosa che è diverso da te vuol dire che certamente sei antifascista.

Italia 25ª su 27 per i diritti.

🏳️‍🌈 Secondo i dati di QueerYouEu Research Report e riportati da @gayit, il nostro paese sarebbe 25esimo su 27 nell’UE in materia di diritti della comunità #LGBTQIA+. Un dato che ci pone ultimi tra i grandi paesi occidentali, davanti solo a Ungheria e Polonia.

🇪🇺 In particolare vengono prese in considerazione nove importanti votazioni al Parlamento Europeo. Il report mostra anche l’importante divisione politica del nostro paese mettendo in luce i partiti più o meno virtuosi. Tra le forze politiche che hanno sempre votato a favore troviamo: #PD, #M5S, #EuropaVerde, #ItaliaViva e #Azione. Al contrario, possiamo vedere come #FratellidItalia, #Lega e #ForzaItalia abbiano votato quasi sempre in modo negativo.

📌 Una situazione che ci pone davanti a un dilemma: continuare su questa strada o cambiare la situazione? Questo perché a giugno, nello specifico sabato 8 e domenica 9, andremo al voto per rinnovare la camera europea. I dati però parlano chiaro, i seggi italiani, che sono 76, andranno per la maggior parte proprio a quelle forze politiche che stanno affossando il nostro paese in materia di diritti.

📣 Secondo te c’è Speranza affinché la situazione cambi? Scrivicelo nei commenti!

In Puglia è guerra aperta, il campo progressista si sfalda.

“E guerra aperta in Puglia dopo che Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha fatto saltare le primarie del campo largo in vista delle elezioni comunali di Bari. Ciò, a detta dell’ex Presidente del Consiglio, sarebbe stato causato dal proseguimento dell’inchiesta aperta poche settimane fa a carico di alcuni esponenti del Partito Democratico locale, rei di aver comprato dei voti in due elezioni di piccoli centri del barese.” […]
Insomma, osservando bene la situazione pugliese possiamo renderci conto di come i possibili, e ora concreti, rischi del campo largo non deriverebbero dal suo, perdonate il gioco di parole, allargamento ai liberali e ad AVS, come qualcuno immaginava; ma il suo più grande pericolo sarebbe proprio la competizione, che oggi sembra implacabile, tra PD e M5S.

Continua su https://www.giovaneavanti.org/giovaneavanti/in-puglia-e-guerra-aperta-il-campo-progressista-si-sfalda?fbclid=PAAaYsUI8xbE1Q5JDFoWwGK75AQR9bNetF_Vuil_m0V6kltiCYet_aSmggdWQ_aem_Afu7j0hRmi0zw8TwD6gGKbjd0V49cgpLim65nn

Costa sta succedendo in Puglia? Il Campo Largo è a rischio?

Di recente si è scoperto che alcune elezioni comunali del barese erano state truccate, ciò ha portato all’arresto di alcuni esponenti locali del PD. Questa situazione ha spinto Giuseppe Conte a rompere l’alleanza con i Dem in Puglia, minacciando di far saltare il campo largo in tutto il paese. Non è sfuggito a tutti però, l’atteggiamento ambivalente che il M5S sta avendo nei confronti del PD dalle politiche del ‘22 fino ad oggi. Non sembra che siano entusiasti dell’alleanza con la Schlein. Infatti, non è un mistero che la Meloni veda come sua principale avversaria la Schlein e non Conte. Una situazione rischiosa per i grillini che stanno perdendo la leadership dell’opposizione. Se il PD avesse vinto le primarie per le comunali di Bari, fatte saltare da Conte, Schlein sarebbe stata investita ufficialmente come guida della sinistra. Clicca qui per andare al post.

Toccherà studiare il codice penale.

La mia vignetta settimanale per il Giovane Avanti.

La strada per gli Stati Uniti d’Europa passa per l’alleanza tra socialisti e liberali, forse.

Ci sono un socialista, un liberale e un conservatore. Il primo spinge da anni per l’integrazione europea del proprio paese e del suo popolo. Il secondo tiene così tanto all’idea di Unione che organizza una convention per andare verso una federazione continentale. Il terzo invece, a causa del suo irrefrenabile nazionalismo, è ostico all’idea di “UE” e sabota gli altri due. Quanto detto non è una barzelletta ma la realtà dei fatti, la situazione osservabile alla convention del 24 febbraio denominata: “Verso gli Stati Uniti d’Europa, con Emma Bonino”. L’iniziativa, organizzata e promossa da +Europa, ha raccolto il mondo liberale italiano e più in generale i principali attori del centro-sinistra, con la voluta assenza del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra, ritenuti troppo distanti dalle istanze europeiste dell’evento. Dicevamo, il dichiarato scopo della convention è stato quello di stilare un programma comune alle forze liberali, con lo scopo di volgere l’opinione pubblica verso il tema del federalismo europeo, caro al partito di Emma Bonino e Riccardo Magi tanto da farne esplicito richiamo nel nome. 

La convention, condotta da Alessandro Cecchi Paone, che da decenni bazzica il mondo liberal-radicale, si è aperta con un intervento del segretario di +Europa, Riccardo Magi: “Il salto di qualità deve…

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La mia vignetta settimanale per il Giovane Avanti

Sembra che Salvini, finalmente, stia facendo i conti con la sua vicinanza, prettamente propagandistica, al dittatore di Mosca. Infatti, nel corso degli anni il leader del Carroccio non ha fatto altro che elogiare la figura di Putin. Per esempio, nel 2015 dichiarò: «la Russia è sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea» e ancora «cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin». Un atteggiamento che in questi tempi di guerra, tra la morte di un oppositore e un’uscita interventista della Francia, può risultare del tutto fuori luogo.
Tutto ciò ha portato Carlo Calenda, leader di Azione, a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro delle Infrastrutture, nonché vicepremier, Matteo Salvini. Una mossa del tutto coerente con la linea assolutamente pro-Ucraina intrapresa dal mondo liberale nostrano. Una decisione di buon senso che è riuscita a mettere d’accordo tutte le opposizionipresenti dell’arco parlamentare, meno Italia Viva e +Europa.
Secondo i firmatari della mozione… CONTINUA SU GIOVANEAVANTI.ORG

L’ipocrisia liberale

📣 In parlamento c’è una mozione di sfiducia contro il ministro, nonché vicepremier, #Salvini. La motivazione? I rapporti ambigui con #Putin. Credo che tutti ci ricordiamo del “cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin”. Ma ciò che, nel corso di queste settimane, ha fatto mettere d’accordo quasi tutte le forze d’opposizione è ben altro. Infatti nel 2017, l’allora #Lega Nord e #Russia Unita, partito collegato al dittatore Putin, venne siglata un’intesa. Documento che non solo è stato rescisso ma che a marzo 2022, dopo la criminale invasione dell’#Ucraina, venne ratificato.

⁉️ Sembra quindi una scelta logica quella di condannare Salvini e il suo partito, che non hanno mai mostrato alcun segno di disaccordo con chi in Russia sta tenendo una dittatura. Eppure ciò non è bastato a tutti. Sembra che #Renzi e #Magi, segretari rispettivamente di #ItaliaViva e #PiuEuropa, non abbiano voluto firmare la mozione di #Calenda. La motivazione? Il poco valore che avrebbe una sfiducia bocciata. A questi liberal però non sembra essere passato per la testa il peso politico di una mozione firmata dall’opposizione finalmente unita, da sinistra al centro.

📌 Eppure questo non sembra bastare, i finti radicali e riformisti che in questi mesi si sono riempiti di paroloni contro la sanguinarietà del dittatore russo, oggi di fatto si schierano dalla sua parte.

La porterà a fare i bisogni sul prato della Von der Leyen

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